Farmaci per la cura dell’ipotensione: quali sono e come agiscono

L’ipotensione è una condizione in cui la pressione arteriosa è al di sotto dei valori normali, cioè 90/60 mmHg. L’ipotensione può causare sintomi come vertigini, svenimenti, stanchezza e nausea, e può dipendere da diverse cause, come disidratazione, gravidanza, malattie cardiache o endocrine, o assunzione di alcuni farmaci.

L’ipotensione non è sempre una situazione pericolosa, anzi in alcuni casi può essere addirittura protettiva nei confronti di alcune malattie cardiovascolari. Tuttavia, se l’ipotensione è frequente o grave, può compromettere il flusso di sangue al cervello e ad altri organi vitali, aumentando il rischio di ictus, infarto, insufficienza renale o shock.

Per questo motivo, è importante consultare il medico se si soffre di ipotensione e seguire le sue indicazioni per il trattamento più adeguato. In alcuni casi, infatti, possono essere necessari dei farmaci per aumentare la pressione arteriosa e prevenire le complicanze.

In questo articolo vedremo quali sono i principali farmaci per la cura dell’ipotensione, come agiscono e quali precauzioni bisogna seguire nel loro uso.

Corticosteroidi

I corticosteroidi sono dei farmaci che hanno la capacità di aumentare il volume del sangue e di stimolare il sistema nervoso simpatico, che regola la pressione sanguigna. Sono spesso usati per trattare l’ipotensione causata da una carenza di cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. Questa condizione si chiama morbo di Addison ed è caratterizzata da una bassa pressione sanguigna, debolezza muscolare, perdita di peso e alterazioni della pigmentazione della pelle.

I corticosteroidi più usati per la cura dell’ipotensione sono:

  • Idrocortisone (es. Cortef): si tratta del cortisolo sintetico, che ha lo stesso effetto dell’ormone naturale. Si assume per via orale, solitamente due o tre volte al giorno, a dosi variabili a seconda della gravità della malattia. Può causare effetti collaterali come aumento di peso, ritenzione idrica, iperglicemia, osteoporosi e infezioni.
  • Fludrocortisone (es. Florinef): è un corticosteroide con un’azione mineralecorticoide, cioè che favorisce il riassorbimento di sodio e acqua nei reni e aumenta il volume del sangue. Si assume per via orale, una volta al giorno, a dosi basse (0,05-0,2 mg). Può causare effetti collaterali simili all’idrocortisone, ma in misura minore.

I corticosteroidi vanno assunti con regolarità e sotto stretto controllo medico, perché un’interruzione brusca o una variazione improvvisa della dose possono provocare una crisi addisoniana, una situazione potenzialmente fatale caratterizzata da una forte caduta della pressione sanguigna.

Vasopressori

I vasopressori sono dei farmaci che agiscono sul sistema nervoso simpatico e provocano una contrazione dei vasi sanguigni periferici, aumentando così la pressione arteriosa. Sono usati per trattare l’ipotensione grave o refrattaria ad altri trattamenti, soprattutto quando è associata a uno shock ipovolemico (cioè a una perdita di sangue o liquidi) o settico (cioè a una grave infezione).

I vasopressori più usati per la cura dell’ipotensione sono:

  • Norepinefrina o noradrenalina (es. Noradr Con FN): si tratta di una catecolamina che stimola i recettori alfa e beta del sistema nervoso simpatico, provocando una vasocostrizione e un aumento della frequenza e della forza cardiaca. Si somministra per via endovenosa, solitamente a dosi di 2-4 mcg al minuto, che possono essere aumentate o diminuite a seconda della risposta del paziente. Può causare effetti collaterali come aritmie, cefalea, ansia, nausea e necrosi cutanea.
  • Fenilefrina (es. Neosynephrine): è un simpaticomimetico selettivo per i recettori alfa, che determina una vasocostrizione e un aumento della pressione arteriosa. Si somministra per via endovenosa, solitamente a dosi di 0,1-0,5 mg al minuto, che possono essere modificate in base alla risposta del paziente. Può causare effetti collaterali come bradicardia riflessa, aritmie, cefalea, nausea e vomito.
  • Etilefrina (es. Effortil): è un simpaticomimetico che agisce sui recettori alfa e beta del sistema nervoso simpatico, aumentando la pressione arteriosa e la gittata cardiaca. Si somministra per via orale o endovenosa, solitamente a dosi di 25-50 mg al giorno per via orale o di 2-5 mg al giorno per via endovenosa. Può causare effetti collaterali come tachicardia, aritmie, cefalea, tremori e sudorazione.

I vasopressori vanno usati con cautela e sotto stretto controllo medico, perché possono avere effetti indesiderati sul cuore e sulla circolazione. Inoltre, possono interagire con altri farmaci, come gli antidepressivi triciclici, gli inibitori delle MAO e i beta-bloccanti.

Altri farmaci

Oltre ai corticosteroidi e ai vasopressori, esistono altri farmaci che possono essere utilizzati per la cura dell’ipotensione in casi specifici. Tra questi:

  • Midodrina (es. Gutron): è un farmaco che agisce sui recettori alfa del sistema nervoso simpatico, provocando una vasocostrizione e un aumento della pressione arteriosa. Si somministra per via orale, solitamente a dosi di 2,5-10 mg tre volte al giorno. Può causare effetti collaterali come parestesie (formicolii), prurito, brividi e ipertensione supina (aumento della pressione quando si è sdraiati). È usato soprattutto per il trattamento dell’ipotensione ortostatica (cioè quella che si verifica quando si passa dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta).
  • Fludrocortisone (es. Florinef): è un corticosteroide con un’azione mineralecorticoide, cioè che favorisce il riassorbimento di sodio e acqua nei reni e aumenta il volume del sangue. Si assume per via orale, una volta al giorno, a dosi basse (0,05-0,2 mg). Può causare effetti collaterali simili all’idrocortisone, ma in misura minore. È usato soprattutto per il trattamento dell’ipotensione ortostatica dovuta a neuropatia autonomica (un disturbo del sistema nervoso che regola le funzioni involontarie dell’organismo).
  • Caffeina (es. Caffè): è una sostanza stimolante che agisce sul sistema nervoso centrale e aumenta la pressione arteriosa. Si assume per via orale sotto forma di bevande o integratori alimentari. Può causare effetti collaterali come insonnia, ansia, irritabilità, tachicardia e gastrite. È usata soprattutto per il trattamento dell’ipotensione occasionale o legata a cause transitorie, come la disidratazione o il caldo eccessivo.