Ipotensione ortostatica: cos’è, come si riconosce e come si cura

L’ipotensione ortostatica è una condizione caratterizzata da una brusca e significativa riduzione della pressione arteriosa quando si passa da una posizione seduta o sdraiata a una posizione eretta. Si tratta di un fenomeno abbastanza comune, che può colpire persone di ogni età e sesso, ma che è più frequente negli anziani e nelle donne.

L’ipotensione ortostatica può causare diversi sintomi, come capogiri, vertigini, svenimenti, nausea, visione offuscata e palpitazioni. Questi sintomi sono dovuti al fatto che una pressione sanguigna troppo bassa riduce il flusso di sangue al cervello e agli altri organi vitali, compromettendo il loro funzionamento.

L’ipotensione ortostatica può avere varie cause, tra cui:

  • fattori fisiologici, come la disidratazione, il caldo eccessivo o il consumo di pasti abbondanti
  • fattori patologici, come l’anemia, l’insufficienza cardiaca, l’insufficienza surrenalica o il morbo di Parkinson
  • fattori farmacologici, come l’uso di diuretici, antipertensivi, antidepressivi o alcol

In questo articolo vedremo cos’è l’ipotensione ortostatica, come si riconosce, quali sono i rischi per la salute e come si cura con i rimedi naturali e farmacologici.

Cos’è l’ipotensione ortostatica

La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni quando viene pompato dal cuore. La pressione arteriosa si misura in millimetri di mercurio (mmHg) e si esprime con due valori: il primo è la pressione sistolica o massima, che corrisponde alla fase di contrazione del cuore; il secondo è la pressione diastolica o minima, che corrisponde alla fase di rilassamento del cuore.

In genere, si considera normale una pressione arteriosa inferiore a 120/80 mmHg. Si parla invece di ipotensione ortostatica quando i valori sono inferiori a 90/60 mmHg dopo aver assunto la posizione eretta.

L’ipotensione ortostatica è la conseguenza di un’inadeguata risposta dei meccanismi che regolano la pressione arteriosa in seguito a modificazioni posturali. Normalmente, quando ci si alza in piedi dalla posizione seduta o sdraiata, il sangue tende a scendere verso le gambe per effetto della gravità, riducendo la pressione arteriosa. In risposta a questo fenomeno, i barocettori (sensori di pressione) situati nell’arco aortico e nel seno carotideo attivano dei riflessi nervosi che aumentano la frequenza cardiaca e il tono vascolare per mantenere una pressione arteriosa adeguata.

Nell’ipotensione ortostatica, questi riflessi sono alterati o insufficienti per vari motivi e non riescono a compensare la caduta di pressione. Di conseguenza, il sangue non arriva in modo ottimale al cervello e agli altri organi vitali, causando i sintomi tipici dell’ipotensione ortostatica.

Come si riconosce l’ipotensione ortostatica

Per riconoscere l’ipotensione ortostatica è necessario misurare la pressione arteriosa con uno strumento chiamato sfigmomanometro, che può essere manuale o elettronico. Lo sfigmomanometro è composto da un bracciale gonfiabile che si applica al braccio e da un manometro che registra i valori di pressione.

Per una misurazione corretta della pressione arteriosa si devono seguire alcune regole:

  • assumere una posizione comoda e rilassata, seduti o sdraiati
  • evitare di fumare, bere caffè o alcolici, fare attività fisica o mangiare nei 30 minuti precedenti la misurazione
  • appoggiare il braccio su un piano orizzontale all’altezza del cuore
  • posizionare il bracciale a circa 2-3 cm dal gomito
  • gonfiare il bracciale fino a sentire il polso scomparire
  • sgonfiare lentamente il bracciale e ascoltare i battiti del cuore con uno stetoscopio (se lo sfigmomanometro è manuale) o leggere i valori sul display (se lo sfigmomanometro è elettronico)
  • ripetere la misurazione dopo qualche minuto per confermare i valori

L’ipotensione ortostatica viene diagnosticata quando la pressione sistolica scende di ≥ 20 mmHg o la pressione diastolica scende di ≥ 10 mmHg entro 3 minuti da quando si è assunta la posizione eretta. Una volta diagnosticata l’ipotensione ortostatica, deve essere ricercata una causa sottostante che possa spiegare il disturbo.

Per identificare la causa dell’ipotensione ortostatica, il medico può richiedere alcuni esami, come:

  • l’anamnesi, per raccogliere informazioni sui sintomi, sulle abitudini di vita, sull’uso di farmaci e sulle eventuali patologie pregresse o in atto
  • l’esame obiettivo, per valutare lo stato generale del paziente, il polso, la frequenza cardiaca e la presenza di segni di disidratazione o anemia
  • l’elettrocardiogramma (ECG), per registrare l’attività elettrica del cuore e rilevare eventuali aritmie o ischemie
  • l’ecocardiogramma, per visualizzare la struttura e il funzionamento del cuore e delle sue valvole
  • gli esami del sangue, per verificare i livelli di emoglobina, glucosio, sodio, potassio e altri parametri utili per escludere anemia, diabete, insufficienza surrenalica o altre condizioni che possono causare ipotensione ortostatica
  • il test da sforzo, per valutare la risposta della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca a un esercizio fisico graduale e controllato
  • il test del tilt (o bascula), per simulare il passaggio dalla posizione sdraiata alla posizione eretta con una tavola inclinabile e monitorare i cambiamenti della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca

Come si cura l’ipotensione ortostatica

Il trattamento dell’ipotensione ortostatica dipende dalla causa che la determina. Se si tratta di una condizione transitoria o fisiologica, spesso bastano alcuni accorgimenti comportamentali e dietetici per prevenire o alleviare i sintomi. Tra questi troviamo:

  • bere molta acqua e altri liquidi per mantenere un buon livello di idratazione
  • aggiungere un pizzico di sale ai cibi per favorire la ritenzione idrica e aumentare la pressione osmotica del sangue
  • consumare alimenti ricchi di potassio, come banane, agrumi, spinaci, melone, patate e pomodori
  • evitare il consumo eccessivo di alcol, caffè e altre bevande che possono disidratare o alterare il tono vascolare
  • fare pasti frequenti e leggeri per evitare le variazioni post-prand

iali della pressione arteriosa

  • fare esercizio fisico regolare e moderato per migliorare la circolazione sanguigna e il tono muscolare
  • evitare di stare in piedi fermi per lunghi periodi o di esporsi al caldo eccessivo
  • alzarsi lentamente e con cautela dalla posizione seduta o sdraiata, facendo attenzione a non piegarsi in avanti o indietro
  • indossare calze elastiche o fasce elastiche per favorire il ritorno venoso al cuore
  • dormire con la testa leggermente sollevata per ridurre la variazione posturale della pressione arteriosa

Se questi rimedi non sono sufficienti o se l’ipotensione ortostatica è causata da una patologia sottostante, può essere necessario un trattamento farmacologico specifico. Tra i farmaci che possono essere utilizzati per alzare la pressione arteriosa ci sono:

  • gli agonisti alfa-adrenergici, come la midodrina, che stimolano i recettori alfa del sistema nervoso simpatico e provocano una vasocostrizione periferica
  • gli inibitori della ricaptazione della noradrenalina, come la droxidopa, che aumentano i livelli di noradrenalina nel sangue e potenziano l’effetto vasocostrittore del sistema nervoso simpatico
  • gli steroidi mineralcorticoidi, come il fludrocortisone, che favoriscono la ritenzione di sodio e acqua nei reni e aumentano il volume di sangue circolante
  • gli agenti espansori del volume plasmatico, come l’albumina umana, che aumentano la pressione oncotica del sangue e contrastano l’edema interstiziale

Questi farmaci devono essere prescritti dal medico e assunti sotto stretto controllo medico, in quanto possono avere effetti collaterali indesiderati, come ipertensione, aritmie, edema periferico o ipokaliemia.

Oltre ai rimedi comportamentali e farmacologici, esistono anche alcuni rimedi naturali che possono aiutare a prevenire o alleviare l’ipotensione ortostatica. Tra questi troviamo:

  • la liquirizia: ha un effetto simile al sale, in quanto aumenta la ritenzione idrica e la pressione osmotica del sangue. Si può assumere sotto forma di radice, decotti o infusi, ma con moderazione, perché può causare ritenzione idrica e ipertensione se usata in eccesso.
  • il ginseng: ha un effetto adattogeno, cioè aiuta l’organismo a adattarsi alle situazioni di stress fisico o mentale. Stimola il sistema nervoso simpatico e aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. Si può assumere sotto forma di radice, capsule o estratti liquidi, ma con cautela, perché può interagire con alcuni farmaci o causare effetti collaterali come insonnia, nervosismo o palpitazioni.
  • il rosmarino: ha un effetto vasodilatatore periferico, cioè dilata i vasi sanguigni delle estremità del corpo e migliora la circolazione. Ha anche un effetto antiossidante e antinfiammatorio. Si può assumere sotto forma di foglie, oli essenziali o infusi, ma con attenzione, perché può causare allergie o irritazioni cutanee.

In sintesi

L’ipotensione ortostatica è una condizione caratterizzata da una brusca e significativa riduzione della pressione arteriosa quando si passa da una posizione seduta o sdraiata a una posizione eretta. Si tratta di un fenomeno abbastanza comune, che può colpire persone di ogni età e sesso, ma che è più frequente negli anziani e nelle donne.

L’ipotensione ortostatica può causare diversi sintomi, come capogiri, vertigini, svenimenti, nausea, visione offuscata e palpitazioni. Questi sintomi sono dovuti al fatto che una pressione sanguigna troppo bassa riduce il flusso di sangue al cervello e agli altri organi vitali, compromettendo il loro funzionamento.

L’ipotensione ortostatica può avere varie cause, tra cui fattori fisiologici, patologici o farmacologici. Per riconoscere l’ipotensione ortostatica è necessario misurare la pressione arteriosa con uno sfigmomanometro e confrontare i valori ottenuti in posizione seduta o sdraiata con quelli ottenuti in posizione eretta. Se la differenza è superiore a 20/10 mmHg entro 3 minuti dal cambio di posizione, si parla di ipotensione ortostatica.

Il trattamento dell’ipotensione ortostatica dipende dalla causa che la determina. Se si tratta di una condizione transitoria o fisiologica, spesso bastano alcuni accorgimenti comportamentali e dietetici per prevenire o alleviare i sintomi. Tra questi troviamo bere molta acqua, aggiungere un pizzico di sale ai cibi, consumare alimenti ricchi di potassio, evitare il consumo eccessivo di alcol e caffè, fare pasti frequenti e leggeri, fare esercizio fisico regolare e moderato, evitare di stare in piedi fermi per lunghi periodi o di esporsi al caldo eccessivo, alzarsi lentamente e con cautela dalla posizione seduta o sdraiata, indossare calze elastiche o fasce elastiche e dormire con la testa leggermente sollevata.

Se questi rimedi non sono sufficienti o se l’ipotensione ortostatica è causata da una patologia sottostante, può essere necessario un trattamento farmacologico specifico. Tra i farmaci che possono essere utilizzati per alzare la pressione arteriosa ci sono gli agonisti alfa-adrenergici, gli inibitori della ricaptazione della noradrenalina, gli steroidi mineralcorticoidi e gli agenti espansori del volume plasmatico. Questi farmaci devono essere prescritti dal medico e assunti sotto stretto controllo medico, in quanto possono avere effetti collaterali indesiderati.

Oltre ai rimedi comportamentali e farmacologici, esistono anche alcuni rimedi naturali che possono aiutare a prevenire o alleviare l’ipotensione ortostatica. Tra questi troviamo la liquirizia, il ginseng e il rosmarino.